L’intervista
La pandemia ha creato enormi danni sotto ogni aspetto sanitario, umano, professionale e sociale dando spazio ad un nuovo modo di concepire il lavoro.
Com’è cambiato nella sua professione da sempre legata al mondo di internet il rapporto con i clienti e il digitale?
“Il Covid e la consequenziale emergenza sanitaria ed economica ha portato le persone a comprendere l’importanza del web e del digitale, che, non solo per le grandi aziende ma anche e soprattutto per i piccoli imprenditori e liberi professionisti, non è più un futuro lontano ma un presente da sfruttare al meglio. Certo c’è da competere con colossi se si pensa all’ecommerce, ma è solo una questione di cura dei clienti già acquisiti e di potenziarne dei nuovi. Il lavoro, per quanto mi riguarda, è aumentato poiché appuntamenti, riunioni ma anche semplici discussioni avvengono via web. Tutti anche i più restii devono necessariamente adattarsi ai nuovi metodi di comunicazione per non essere tagliati fuori dalla società e dalla sfida tra vari competitors qualunque sia il settore“.
Nell’era del Covid, secondo lei, il mondo economico dal piccolo imprenditore alle Istituzioni hanno compreso l’importanza dell’utilizzo di internet e dell’aspetto social come vetrina-presentazione della propria attività?
“Partendo dal presupposto che tutti, nessuno escluso, devono avere un’identità social e web, se gestite in modo intelligente possono diventare degli ottimi alleati anche contro la crisi. È importante affidarsi a delle figure professionali preparate e non inventate sul momento, perché aumentare e/o sviluppare la propria immagine come una sorta di vetrina virtuale permette ad ognuno di poter migliorare qualitativamente la propria posizione lavorativa. Oggi è tutto più smart (che significa agile, fluido non intelligente!) e, rispetto a cinque anni fa, esistono un legame e un rapporto completamente diversi e consapevoli circa l’importanza di internet nella quotidianità di ognuno di noi. Istituzioni, imprenditori e tutte le singole figure lavorative hanno compreso l’importanza della digitalizzazione. L’Italia deve dare una girata di boa anche con le infrastrutture fisiche e mentali. Questo si fa con l’educazione digitale che a mio avviso potrebbe e dovrebbe diventare materia di studio perché consentirebbe a tutte le generazioni, anche quelle più giovani di usare consapevolmente i nuovi media“.
Dopo cinque anni Rosanna La Malfa é rientrata all’E.R.S.U., Ente Regionale per i Diritto allo Studio Universitario di Catania.
Com’è cambiato il rapporto comunicativo della struttura con gli studenti e quanto il digitale ha veramente risolto i problemi e le richieste del mondo universitario?
“Sono felice di far parte del gruppo lavorativo dell’E.R.S.U. e di curare la comunicazione online per e con gli studenti. All’inizio della prima collaborazione la mia figura professionale era vista come qualcosa di estremamente nuovo e, forse, per certi versi difficile da comprendere. Adesso, senza voler esagerare, la comunicazione online come supporto, aiuto e soluzione ai problemi dei vari studenti, fuori sede e non, è realmente un elemento indispensabile per la vita universitaria di allievi ed insegnanti. In stretta sinergia con il Cda, formato da professori e da rappresentanti degli studenti, con l’Ufficio Stampa e con tutti i dipendenti e funzionari ERSU, siamo tutti protesi verso la considerazione che lo studente è al centro dell’ente, soprattutto attraverso i mezzi di comunicazione che usa abitualmente. Tutto o quasi si svolge telematicamente con dei canali specifici e risposta immediata o entro termini brevi per la risoluzione del problema. Se un ex studente dell’ateneo catanese, oggi laureato, volesse reimmatricolarsi per conseguire un nuovo titolo si ritroverebbe in un mondo più semplice e veloce rispetto al suo passato da studente con maggiori servizi ed aiuti anche per chi ha terminato gli studi non meno di cinque anni fa“.
Uno degli obiettivi del Recovery Plan é rendere il Paese più green vincendo la sfida con il digitale. Lasciando perdere gli aspetti prettamente politici lei crede che i cittadini siano realmente pronti a vivere e risolvere i problemi per via telematica e come dovrebbero essere educati?
“Mi auguro che superata questa crisi politica il Paese possa riprendersi al più presto e la sfida con il digitale venga effettivamente attuata. Dal punto di vista culturale, sono stati fatti tanti passi avanti, inutile negarlo ma ci sono ancora troppi vuoti da colmare e numerosi gap da affrontare e superare. Sono convinta che con una buona educazione ed un’equiparazione dei supporti digitali, utilizzati da tutte le fasce di reddito, si possa arrivare davvero ad una necessaria digitalizzazione del territorio, per una naturale e fisiologica evoluzione storico culturale“.
Da esperta del settore e da mamma di due figli cosa ne pensa della Dad e, soprattutto, quanto ha tolto e dato agli studenti?
“Non vorrei demonizzare la didattica a distanza, perché in questo contesto storico è il mezzo più sicuro che i nostri figli hanno per studiare ed avere un rapporto con gli insegnanti. Certamente la scuola in presenza è un’altra cosa sia dal punto di vista formativo che sociale, ma ci si deve adeguare e cercare di trarre il meglio. Ho due figli, entrambi allievi della Dad, ma sono convinta che appena questo brutto incubo finirà ci ritroveremo a costruire il nostro domani con maggiore entusiasmo, riassaporando ogni momento di una ritrovata normalità con i nostri figli che ameranno ritornare a scuola, conoscendo l’emozione della socializzazione vera, e non solo virtuale, con i loro amici“.
Può svelarci qualcosa dei suoi prossimi impegni lavorativi?
“Ci sono tanti progetti che presto prenderanno forma come ad esempio, fra tutti, una nuova collaborazione che vedrà l’agenzia mood protagonista all’estero e un altro che lo vedrà volto alle piccole medie imprese che vendono online ed alla formazione a distanza. Sono idee condivise con visionari del mondo online. Stay tooned“.
fonte newsicilia