“Io non demordo… non posso demordere”: parla con QdC Salvatore Di Gennaro, vittima della camorra

 

di Rosanna La Malfa


Ciao Salvatore. Tu sei stato vittima della camorra. Puoi raccontarci la tua storia?

Ciao Rosanna. Ti rispondo in modo molto conciso, in quanto trasferire in un’intervista oltre dieci anni di sofferenze, di lotte, di sconfitte (tante) e di vittorie (poche) senza annoiare nessuno, è molto arduo : sono un imprenditore nel settore tessile, attività di famiglia tramandata dal 1880 e ben affermata sia in Italia che all’Estero. Oggi sono solo una “Vittima del racket” con lo stabilimento incendiato e con esso tutti i macchinari, attrezzature, scorte, beni mobili ecc oltre la perdita di lavoro per 25 operai ed un indotto di centinaia di persone. In queste condizioni non ci si può arrendere, o si combatte o si cede alla tentazione di farla finita, perchè le pressioni sono incredibilmente stressanti. La storia : -nel particolare momento di trasferimento generazionale dell’attività ai figli (2004), ho avuto una intromissione di personaggi che mascherandosi dietro un aiuto collaborativo alla difficoltà di liquidità mista ad una crisi generale italiana, tentarono una scalata per l’ appropriazione del complesso industriale (2007). Da qui un’immediata denuncia che poi si é concretizzata in condanna per i denunciati. Ma questo non ha impedito una vendetta immediata (2008) con l’incendio punitivo come azione dimostrativa di cosa succede a chi denuncia. Da allora ad oggi le rovine dello stabilimento sono ancora lì a dimostrazione, ma io non demordo…. non posso demordere.


Come si mantiene viva la memoria delle persone vittime innocenti della violenza criminale tanto da essere d’esempio e di stimolo per tutti?

Basterebbe che venissero applicate le leggi in materia di “Solidarietà per le vittime di mafia, di racket, di usura”, che esistono e sono precise nella elaborazione, ma purtroppo i nostri burocrati dimenticano che esse hanno un tempo di applicazione indicato (90gg) ed invece dopo anni ed anni di battaglie, ancora oggi mi vengono creati ostacoli ed impedimenti al limite dell’incredibile, che non hanno alcuna base di solidarietà, per cui ora son diventato anche “Vittima della burocrazia”.


Lo Stato c’è? Potrebbe fare di più?

Lo Stato c’è, ma si fa riconoscere solo in alcune persone, che vorrebbero portare a termine l’applicazione della legge, ma poi il tutto viene affidato alle seconde linee, prive di ogni solidarietà e “voglia” di rispettare il dolore che si nasconde dietro ognuna di queste pratiche e delle innumerevoli persone che soffrono per ogni giorno di ritardo.


Esiste la Carta dei diritti delle vittime innocenti della criminalità ed anche un elenco aggiornato delle vittime?

Esiste la “Carta dei diritti” perchè esiste una legge (44/99) perfezionata nel 2012 che è precisa e che potrebbe compensare tutte le sofferenze se applicata con la dovuta “disposizione d’animo alla solidarietà” ma inefficiente se non si rispettano i tempi previsti per la sua applicazione, così da essere sostegno alla vittima per il reintegro nella sua attività, come prevede la legge stessa, Anche l’elenco delle vittime esiste perchè esiste un ufficio del Commissario Straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura presso il Ministero degli interni, ma tutti i dati sono segretati per le statistiche.


Nell’informazione dei media, chi dovrebbe essere ricordato non è il carnefice, ma le loro vittime innocenti, le loro vite spezzate. Che ne pensi? 

Le vittime innocenti non cercano gloria ed a loro non interessa essere ricordati per il sacrificio fatto a beneficio della comunità. Alla vittima interessa poter riprendere da dove è stato interrotto e ridare il sorriso e speranza alle persone direttamente (la famiglia, gli operai, l’indotto e se stesso) ed indirettamente (i famigliari degli operai, i collaboratori, clienti e fornitori ecc) coinvolte nella dolorosa esperienza per l’attività delinquenziale.


Sopravvivere, rialzarsi e ricominciare. Tu come hai fatto?

Per il momento sono sopravvissuto e rialzato per la tenacia con cui ho combattuto la mia battaglia, anche in questo coadiuvato da chi ha effettivamente avuto a cuore la mia vicenda spronando sempre a non demordere, ma non è stato ancora sufficiente, perchè troppi ostacoli (molti inammissibili) vengono apposti nel percorso.


Per combattere  la malavita e perché no anche la cultura (o non cultura) omertosa, si deve cominciare dai bambini, portando la vostra testimonianza e dando loro forti stimoli. Ce la facciamo tutti insieme?

Il discorso parte molto da lontano per arrivare all’educazione ed alla cultura dei bambini, ché in una situazione normale non dovrebbero neanche essere sfiorati da questo problema. La mia speranza, pertanto, è che il fenomeno della “camorra” o altra organizzazione simile sia sconfitta con l’annientamento della loro esistenza. Tutto questo si potrà ottenere con la possibilità di un lavoro ed una dignità per tutti, quindi uno snellimento ed alleggerimento degli oneri per le PMI ed artigiani, che sono fulcro e volano per un cambiamento di rotta nella crisi economica/commerciale. Il tutto affiancato da una concreta protezione per chi si espone denunciando, con l’applicazione della legge e l’efficace aiuto delle forze dell’ordine. Basta bullismo basta ingerenze camorriste nelle attività. Basta fughe di cervelli e fughe di mano d’opera scelta e non. Basta supremazia di grandi potenze (Banche) che uccidono facilmente, ma vengono salvate quando stanno loro per morire. Che si ritorni tutti insieme ad essere orgogliosi di se stessi e della propria attività.

Fonte: Quotidiano dei contribuenti