Seconda guerra mondiale: la Resistenza siciliana negata e la vendetta dei Tedeschi

 

La Storia è memoria e conoscere episodi trascurati perché considerati “provinciali” o poco rilevanti è un dovere di ogni cittadino. È stato presentato, nei giorni scorsi, presso la Sala E.R.S.U. di via Etnea, su iniziativa dell’Assostampa Catania, sindacato unitario dei giornalisti italiani, il nuovo libro di Nicola Musumarra “La resistenza italiana negata: Il 25 luglio e la vendetta dei Tedeschi in Sicilia” (Rossomalpelo Edizioni).

Alla presentazione, moderata da Daniele Lo Porto, segretario provinciale dell’Assostampa di Catania, ha partecipato il professore Salvatore Di Stefano. L’incontro è stato preceduto dalle lettura del messaggio di saluto del presidente dell’E.R.S.U. Alessandro Cappellani: “Devo innanzitutto scusarmi con tutti voi per la mia assenza che soltanto la contemporaneità della cerimonia del primo anniversario della morte del mio migliore amico può giustificare. Siamo ancora una volta felici di poter offrire le strutture dell’Ente Regionale per il Diritto allo Studio di Catania agli eventi cittadini di grande rilievo come quella di stasera per la presentazione del libro di Nicola Musumarra “ La resistenza Italiana Negata: Il 25 luglio e la vendetta dei Tedeschi in Sicilia”. In particolare permettetemi di congratularmi con il vostro segretario dottor Daniele Lo Porto, cui mi lega un profondo rapporto d stima ed amicizia, per sapere organizzare sempre eventi di grande interesse. Questa volta la presentazione di un libro che propone la rivisitazione di un drammatico e controverso periodo storico della nostra terra. Il 25 luglio rappresentò, infatti, il momento drammatico della caduta del fascismo che iniziò a fondare la basi di quella che poi con l’8 settembre determinò la rottura di quella strana alleanza italo germanica basata solo su bieche e strumentali ambizioni politiche e militari, ma da sempre minata da una grande, soffocata, diffidenza da parte del popolo italiano ed un corrispondente disprezzo da parte dei tedeschi . Mio padre che fu combattente come ufficiale degli alpini mi raccontava, con una rabbia mai sedata, dell’arroganza e del disprezzo palesato dall’”alleato germanico” in Russia che piuttosto che considerarci amici ci sopportava dall’alto del convincimento di rappresentare loro la razza superiore. Era il periodo in cui la nostra Isola, dopo aver subito pesanti incursioni aeree era diventata la sede di uno dei più importanti scenari bellici del momento a seguito dello sbarco alleato che poi fu alla base della mozione Grandi e di quanto ne conseguì.

Sebbene il soldato Italiano diede esempio di grande eroismo come nel caso del giovane catanese, la medaglia d’oro Antonio Santangelo Fulci, la gran parte dell’organico dell’esercito e della marina, la caduta di Augusta ne fu un triste esempio, non si contrappose efficacemente all’urto formidabile dell’invasione per cui i Tedeschi manifestarono il peggio di loro anche nei confronti della popolazione siciliana inerte, esprimendo il disprezzo attraverso rappresaglie e violenze. I fatti di Castiglione di Sicilia ne sono un chiaro esempio. Non ho ancora letto il libro di Nicola Musumarra ma lo farò prestissimo sicuro di imparare ancora tanto su questo periodo storico che merita ancora approfondimenti e chiarimenti”.  “Scrivere su questa tematica non è un modo per distrarsi dalla situazione storica attuale, conoscere ciò che è avvenuto ieri ci aiuta a comprendere il nostro presente” ha esordito così, l’autore che durante la presentazione ha raccontato episodi, aneddoti legati alla resistenza in Sicilia, da sempre poco approfondita, “la storia come disciplina si presta più delle altre materie, all’uso pubblico” – dichiara il professore Di Stefano “Attraverso la storia possiamo indirizzare gli eventi ad uso proprio, creando un vero e proprio abuso pubblico”. L’autore ha ricordato del primo caso di resistenza in Sicilia, avvenuto nel paese di Mascalucia, a seguire è stata ricordata la strage a Castiglione di Sicilia. Nel sud c’è stata una resistenza e va valorizzata, approfondita, studiata e riconosciuta per inserire nuovi tasselli ad un quadro che molto spesso crediamo di conoscere solo attendendoci ad un’informazione parziale, episodi storici trascurati solo perché non ritenuti validi o non considerati capitoli di una “grande storia”.

Durante l’incontro, il professore Di Stefano ha sottolineato come la centralità della Sicilia non sia solo geografica, ma anche storica. Lo sbarco in Sicilia, per esempio, ha cambiato la storia del mondo, e i fatti del 1992 con le stragi di Falcone e Borsellino, hanno certamente cambiato la storia d’Italia. La storia è memoria, ma è anche un importante presente, e per poterne comprendere ogni sfaccettatura occorre fare un passo indietro e guardare attraverso prospettive che solitamente hanno cercato di oscurare, bisognerebbe guardare là dove silenziosamente si è raccontata – realmente – la storia.

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