di Rosanna La Malfa
Non ti intervisto da due anni, Maricia. Cosa è cambiato da allora?
Tantissime cose, il mio impegno professionale e sociale è molto cresciuto. Professionalmente ho scelto di collaborare con il gruppo “Medical Tec” e sono diventata Direttore Sanitario del centro dialisi di Bronte sia per l’alta professionalità che contraddistingue questo gruppo sia per il valore etico. Sono diventata referente della Rete Civica della salute per la provincia di Catania. L’RCS è un progetto dell’assessorato regionale alla Salute per avvicinare i siciliani al mondo della Sanità (www.retecivicasalute.it). Continuo a collaborare con l’organizzazione “Valetudo” che presta personale sanitario ad ospedali e cliniche d’eccellenza in situazioni di criticità. In ultimo, ma non per ordine di importanza, mi occupo da un anno di Covid sia in Piemonte che in Sicilia, collaborando con il commissario Ad Acta a Catania.
Benissimo. All’inizio di questa pandemia, ricordo di essermi rivolta a te per saperne di più. Mi hai risposto. “Questo virus ha sconvolto tutte le mie conoscenze di microbiologia”. Che significa?
È inutile negarlo questo virus ha spiazzato proprio tutti, non solo la gente comune ma anche autorità del mondo scientifico, luminari in materia più volte si sono confutati. Io, nonostante abbia acquisito certamente un bagaglio esperienziale forte su questa malattia, ancora ho dei lati oscuri e non esito ad ammetterlo, davvero eterogenea questa malattia nell’estrinsecazione delle manifestazioni cliniche.
Sei stata e sei un medico Covid. Quanta responsabilità…
Tantissima. Nella prima fase della pandemia, ho vissuto pienamente la situazione del Piemonte. Adesso vivo una doppia realtà, siciliana e piemontese. È fondamentale come in tutte le malattie la diagnosi e la terapia tempestiva. Le responsabilità e il livello di attenzione sono elevatissimi.
A chi ti dice che sei un eroe come tutto il personale sanitario italiano, cosa ti senti di rispondere?
Non sono un eroe: faccio il mio lavoro. Ci stupiamo spesso di ciò che è normale. È anche vero che a volte facciamo orari non comuni e ho anche soccorso nell’ultima settimana due volte operatrici sanitarie per malessere legato al sudore enorme che determina l’utilizzo delle tute, ma questo è il nostro lavoro. Gli eroi sono altri.
Humanity, la tua associazione: verso quale percorso è diretta?
Il nostro impegno nei confronti dei più deboli e meno fortunati è crescente. Siamo stati da alcuni mesi accreditati dal Banco delle Opere di carità e consegniamo beni di prima necessità a molte famiglie. È un momento storico e Humanity, come molte altre associazioni nel territorio nazionale, è in prima linea: i miei volontari sono un esempio commovente.
A breve partirà un progetto in campo nazionale che ci inorgoglisce moltissimo.
In questo periodo, le persone più fragili stanno correndo ovviamente più pericoli. Mi riferisco a chi è affetto da una malattia rara. Dicci di più anche in base alla tua esperienza personale e professionale.
Chi ha altre patologie è scientificamente provato che sia ad alto rischio di contrarre covid 19, ma lo sono anche i pazienti oncologici, i malati rari, gli immunodepressi.
Sì, io sono pure esposta perché ho un problema di salute ma non vivo nella paura, sto molto attenta, è vero.
Una cosa so che è cambiata: hai dato vita ad un libro, MutAZIONI, ce ne parli?
È questo uno dei momenti più importanti della mia vita. Il libro è la mia testimonianza di un cambiamento di prospettive e come persona (IO) che scopre di essere malata e come medico che non vede più la persona che ha di fronte come prima. Cambiano le prospettive e cambia tutto. Fabio Cavallari, l’autore del libro, ha interpretato in maniera magistrale ogni mio pensiero.
Il libro è associato ad un progetto MutAZIONI che mira a sostenere dal punto di vista psico-socio-pedagogico bambini che all’improvviso hanno visto privarsi del sostegno di uno dei due genitori per malattia debilitante e irreversibile. Questo progetto è legato anche alla vendita del libro attraverso Humanity Onlus (per info consultare il sito Humanity o scrivere a mutazioni1@gmail.com
o ancora mariaroccaro@yahoo.it)
Chiudiamo questa intervista donando un messaggio positivo e di speranza, anche in vista del Natale…
Ciò che sta accadendo deve a mio avviso sollecitare fortemente le coscienze, fortificare lo spirito di solidarietà. Ritengo che ognuno di noi abbia un ruolo enorme: noi genitori nei confronti dei nostri figli dando esempi virtuosi di operatività, nei confronti del prossimo… Ma l’augurio ancora più grande è che le istituzioni facciano il proprio dovere fino in fondo: é un appello e un augurio…
Aggiungo io un elemento sostanziale: un ringraziamento alla mia famiglia che mi sostiene tantissimo.
Grazie Rosanna.
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fonte Quotidiano dei Contribuenti